LA BAMBOLA SPEZZATA - SPETTACOLO PER LA RACCOLTA FONDI

News pubblicata il 19/06/2015

ARCOBALENO AIDS
In occasione dei vent’anni di attività
e
Nuova compagnia di prosa
presenta
Manuela Massarenti Gianni De Feo
LA BAMBOLA SPEZZATA
Di Emilia de Rienzo
Gianni De Feo : la madre Manuela Massarenti : la figlia
Luca Zanetti : fisarmonica Paola Torsi : violoncello
musiche originali Luca Zanetti scenografia Domenico De Maio costumi Roberto Rinaldi
regia : Gianni De Feo
TEATRO GOBETTI
via Rossini, 8 Torino
1 luglio 2015 ore 21
Ingresso a offerta
Per informazioni:
raccoltafondiarcobalenoaids@gmail.com
mobile 347.422.09.03
https://www.facebook.com/events/759022244218672
 
 
“Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte”
Due personaggi, una madre e sua figlia, si rivedono dopo lunghi anni di abbandono per affrontarsi in un ultimo dialogo catartico. Si scrutano, si riconoscono, si respingono, sospesi in uno spazio onirico e irreale.
La madre, scolpita in un’età indefinibile, bianca come marmo, accartocciata su uno sgabello simile a un rapace pronto all’attacco, lo sguardo vivido e tagliente, è deturpata dai segni evidenti di una vita consacrata alla fede nazista. Contaminata da quella follia delirante, frutto di un agghiacciante addestramento di disumanizzazione, ha annullato il femminile, perdendo così ogni identificazione.
La figlia, abbandonata da quella stessa madre fin dalla prima infanzia, è ora decisa ad andare fino in fondo per toccare con mano l’orrore e riscattare infine il suo dolore. Spera, in fondo, in un pentimento da parte del rapace/carnefice che possa far nascere una riconciliazione.
Il ritmo è serrato e forte. L’atmosfera tagliente. Come in un ring, i due animali si affrontano in un emozionante e feroce scontro tra vittima e carnefice. Grottesca e patetica la madre, in preda ad improvvisi attacchi di pianto, chiede, pretende, implora addirittura di essere chiamata, forse per la prima volta, mamma; passionale e carnale la figlia, oscillante tra lucida consapevolezza e smarrimento emotivo, stordita dal dubbio, rifiuta, incapace di pronunciare quella parola mai detta fin’ora.
I ricordi, evocati dal suono ipnotico di una ninna nanna, riaffiorano da una vecchia valigia dove rimane custodita una bambola, unica testimone del reale.
 
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